Non era facile per il signor Markus Myron, raccogliere l’eredità di una sorta di santone del board del trotto mondiale come Klaus Koch e riuscire a organizzare al meglio l’edizione 2016 dell’Elitlopp. Il nuovo manager di Solvalla alla sua prima uscita ufficiale voleva stupire con effetti speciali e c’è riuscito: alla fine la due giorni di Solvalla proporrà uno spettacolo davvero imponente dal punto di vista agonistico. Ai magnifici sedici dell’Elitlopp vanno aggiunti, infatti, i venti partecipanti di assoluto rilievo alla Sweden Cup, da quest’anno portata a tre batterie, e tutta una serie di ospiti di prestigio nelle altre corse di maggior livello tecnico.
Nei sedici cavalli che compongono le due batterie dell’Elitlopp, quest’anno è rappresentato davvero il meglio del trotto mondiale. Un’edizione tutt’altro che autarchica, ma che ritorna invece ad essere una sorta di campionato del mondo delle redini lunghe. Basti pensare alle cinque presenze provenienti dalla Francia che costituiscono una sorta di record assoluto, ancor più singolare se si considera la scarsa propensione dei francesi alle trasferte, ma anche a quello che è stato fatto per garantirsi la partecipazione di cavalli provenienti dal Nordamerica con la creazione del Play Off e l’organizzazione di un aereo speciale con destinazione Stoccolma.
Sarà l’anno della grande rivincita di Nuncio? E’ quello che si augurano gli svedesi che faranno sicuramente il tifo in massa per l’importato di Stefan Melander. In fondo il figlio di Andover Hall è stato il vincitore morale dell’edizione dello scorso anno sfortunata nello svolgimento quanto in grado di proporre all’attenzione di tutti un potenziale campionissimo. Un anno dopo a cinque anni nel pieno della maturità agonistica Nuncio si propone come uno dei principali favoriti per la vittoria. Anche la marcia di avvicinamento sembra essere stata studiata nei minimi particolari e il fatto che uno come Orjan Kihlstrom che può permettersi di scegliere abbia lasciato le guide del campione in carica Magic Tonight per prendere quelle del rampollo americano probabilmente costituisce un’indicazione ben precisa.
E’ giudizio quasi unanime che la batteria di Nuncio sia leggermente più facile dell’altra, anzi, se il sorteggio non fosse stato trasmesso in diretta Tv e quindi svolto nella massima trasparenza, qualcuno avrebbe anche adombrato i soliti stucchevoli sospetti. In realtà si tratta di un heat comunque interessante ed aperto. Certo, la posizione al numero 7, al largo, non consentirà a Magic Tonight di scivolare al comando come ha fatto agevolmente lo scorso anno, ma l’allievo di Roger Wallmann, affidato quest’anno a Erik Adielsson rimane uno dei grandi candidati alla finale ed è verosimile pensare che possa provare a giocarsi molte delle proprie chances allo stacco della macchina. Il problema è che all’interno avrà BBS Sugarlight, un altro che ha nella partenza il suo punto di forza e che soprattutto ha dimostrato che quando può correre in testa rende sicuramente al meglio per cui si preannunciano scintille
Ritroviamo alla corda Royal Fighter che lo scorso anno aveva stupito un po’ tutti. Per l’allievo di Jenifer Tillmann da un lato lo svantaggio di non avere più il fattore sorpresa, dall’altro quello di ritrovarsi comunque con il numero più basso che in queste circostanza costituisce sempre e comunque una bella carta da giocare. Poi On Track Piraten, maturato, sufficientemente cattivo e molto pericoloso. La sensazione è che anche l’allievo di Hans Stromberg giunga all’appuntamento al meglio. Non a caso dopo un inizio di primavera interessante il figlio di Kool du Caux è tornato al successo, bene, proprio a due settimane dal giorno più importante nell’Algots Scotts Minne di Aby e anche lui troverà molti sostenitori in patria.
Call Me Keeper il biglietto rosa per la partecipazione a questo Elitlopp lo ha staccato quasi a morsi, a suon di vittorie. E’ stato fermo da febbraio a dicembre dello scorso anno. Poi è ripartito dal basso, ma da inizio 2016 a cominciato ad andare davvero forte: sei successi di fila sempre destando grande impressione e quindi la “cartolina rosa” è arrivata puntuale. Certo ora viene il difficile, confermarsi da alto livello, ma se Daniel Reden lo presenta in questo contesto quando avrebbe potuto forse provare la Sweden Cup, allora c’è da credere che ci siano ancora margini di miglioramento.
Infine due francesi Un Mec d’Heripre e Billie de Monfort. Il primo era partito in sordina ha vinto una delle quattro “B” di preparazione all’Amerique che poi non lo ha visto tra i protagonisti, ma è rientrato bene nell’Atlantique per poi andare a vincere da 1.10 ad Argentan sul miglio. Da qui la sensazione che possa essere un francese atipico, ovvero molto adatto alle prove in velocità ed ecco la scelta di Fabrice Souloy che le sue pedine in giro per l’Europa sinora le ha mosse davvero molto bene. Billie de Monfort è stata seconda proprio di un Mec ad Argentan. La sua carta assieme al bruttissimo numero otto di partenza ne riducono di molto le ambizioni.
Nell’altra batteria troviamo una bella fetta di Italia. Non abbiamo un cavallo di punta tra i sedici, mentre ne avremo addirittura tre, e potevano essere quattro senza il “caso” Probo Op nella Sweden Cup di cui, tra l’altro siamo i detentori grazie a Ringostarr Treb, ma intanto in corsa domenica ci saranno i primi due classificati del nostro “Lotteria” Oasis Bi e Voltigeur de Myrt, il primo italiano di allevamento, il secondo a caccia di rivincite importanti con in sediolo Gabriele Gelormini. Per il targato Bi l’accesso alla finale non dovrebbe essere impossibile: arroccato alla corda Jhonny Takter dovrebbe rimanere nelle primissime posizioni e sull’anello svedese girare costantemente al largo non è mai facile. Proprio per questo sarà una vera impresa quella che attende Voltigeur. Il portacolori di Roberto Donati ha dimostrato di saper essere veloce nella fase iniziale, ma il rischio che le cose tatticamente possano complicarsi non va né minimizzato, né tantomeno sottovalutato. Entrare nei quattro che andranno a giocarsi la finale sarebbe già un ottimo risultato.
Per Gaby e Voltigeur l’ideale potrebbe essere filare da vicino la schiena di Your Highness che, come ha fatto già sia nell’Olympiatravet che nella Copenhagen Cup entrambi vinti alla grande, andrà a correre verosimilmente gli ultimi 600 metri anche perché il numero 7 di avvio non autorizza svolgimenti tattici diversi. La progressione dell’allieva di Fabrice Souloy è però terrificante e anche in questo caso potrebbe metterla in grado di lottare ancora per il successo.
La differenza è che ci saranno avversari nuovi e tutt’altro che malleabili. Dagli Usa arriva Resolve che aveva vinto il Play Off salvo poi essere retrocessa per una brusca conversione all’interno dei paletti. L’impressione era stata però tale che gli organizzatori non hanno esitato un istante a recapitarle l’invito per l’ultima domenica di maggio. L’americana sa partire velocemente e il numero è interessante, rimane da capire se e come possa adattarsi all’anello di Solvalla, ma certo è che non dovrebbe essere una partecipazione da copertina.
Mosaique Face è la carta di Lufti Kolgjini. Ha cercato e voluto la partecipazione a questo Elitlopp a ogni costo e l’ha ottenuta, tra l’altro, con un numero di partenza ottimale per le caratteristiche del proprio allievo. In testa e via andare? Potrebbe essere considerato che forse farebbe un po’ comodo a tutti, ma attenzione che quando poi l’albanese va davanti corrergli dietro comunque è sempre complicato.
Propulsion ha vinto il Finlandia Ajo dell’8 maggio. E’ un altro cavallo i cui limiti probabilmente non sono ancora ben definiti. Può essere tutto o niente, ma guai a sottovalutare lui e il suo team. Volstead è proprio l’ultimissimo arrivato, ma il biglietto da visita porta inciso un crono mica da ridere: 1.09.8 la miglior prestazione europea sulla distanza stabilita appena una settimana fa. In precedenza era arrivato secondo dietro al compagno di allenamento Nuncio in una prova di preparazione, ma da allora sembra davvero progredito. La forma è a freccia più che mai in su Insomma Stefan Melander potrebbe davvero avere l’imbarazzo della scelta.
Poi c’è Timoko, signori, lo abbiamo lasciato per ultimo non a caso: giù il cappello davanti a un mostro di longevità agonistica; a un cavallo che a nove anni e dopo mille battaglie affronta i gran premi ancora come un puledro. Lui l’Elitlopp lo ha vinto due anni fa e quindi non ci sono incognite, la condizione è al top. La guida quella di Bjorn Goop che in questo periodo sta facendo sfaceli in ogni dove, insomma ci sono tutti gli ingredienti perché il popolo dalle bandiere blu possa ancora sventolare in alto i propri vessilli. Lui è il classico cavallo che quando il gioco si fa duro… inizia a giocare.
Questo è l’Elitlopp 2016, il primo dell’era Myron… benvenuti in Paradiso!
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